20 secondi
Prima sul rogo, ora sul banco degli imputati: se 20 secondi sono troppi per dire no, la giustizia italiana non ha mai davvero ascoltato le donne.
Quasi il 40% degli uomini pensa che la donna può "sottrarsi a un rapporto sessuale se non lo vuole”. Non lo dico io ma l’ultima indagine Istat sugli stereotipi di genere e l’immagine sociale della violenza.
Per questo, l’indignazione che percepisco rispetto all’assoluzione del sindacalista denunciato da una hostess per una violenza avvenuta sul luogo di lavoro - dovuta al fatto che secondo i giudici 20 secondi sarebbero “troppi” per indicare con chiarezza il proprio dissenso - non mi sembra allineata con quello che i dati riportano. Solo paracula.
E i dati parlano perché arrivano da noi. Il 40% degli uomini che assegna alle donne la responsabilità univoca del consenso, come fa a indignarsi?
La matrice culturale è la stessa: l’uomo predatore e la donna vittima. Gli stessi schemi su cui si basavano le prime teorie vittimologiche - nell’ambito della Criminologia - che ponevano al centro la vittima solo in quanto tale. Attribuendo alla vittima, e solo alla vittima, i motivi e le cause che la vedevano coinvolta nella violenza.
Oggi quel motivo sono i venti secondi: troppi per dire di no. Perché, dai, alla fine ti piace. Perché, dai, alla fine il catcalling è un apprezzamento che fa piacere. Perché, dai, alla fine, non si può dire più niente. E come faccio ad avvicinarmi a te, mamma mia.
Beh cazzo siamo piene. La durata di una violenza sessuale è stata determinante per l’assoluzione di un uomo che, anche se non è uno stupratore seriale (grazie tesò), è un molestatore.
D’altronde, è già successo con il caso del bidello di Roma che aveva palpeggiato una studentessa minorenne e che era stato assolto lo scorso anno perché la molestia era durata solo una “manciata di secondi”.
Sono stanca di dover contare nella storia di tutte noi, di tutte, gli episodi di molestie. Che, spoiler, spesso nemmeno riconosciamo tale è il livello di “naturalizzazione” delle stesse.
“La Cassazione, da oltre dieci anni, afferma che un atto sessuale, compiuto in maniera repentina, subdola, improvvisa senza accertarsi del consenso della donna è reato di violenza sessuale e come tale va giudicato” ha ricordato la responsabile dell’ufficio legale di Differenza Donna Maria Teresa Manente.
E invece siamo ancora qua: l’articolo sulla violenza sessuale del codice penale non presente il criterio del consenso. Questo significa che è considerato violento solo l’atto sessuale ottenuto “con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità”: una formula che crea una netta gerarchia tra i diversi reati sessuali e carica la vittima dell’onore di dimostrare di essere stata costretta e soprattutto di aver resistito.
La vita quotidiana, invece, è un’altra cosa: non sempre riusciamo a reagire. La paura che ci immobilizza non si riesce a spiegare, né si riesce a scriverne. Ma si possono dare delle risposte: gli esperti Ebani Dhawan e Patrick Haggard hanno pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour una “comprensione delle prove neuroscientifiche sull’immobilità involontaria durante la RSA [stupro e violenza sessuale] che potrebbe prevenire le inappropriate colpe delle vittime.”
Gli studiosi hanno notato che il 70% delle donne vivono come reazione una sorta di immobilità o “effetto di congelamento” durante lo stupro o la violenza sessuale, detengono un forte desiderio di fuga ma sono incapaci di farlo. Gli autori sostengono che ciò costituisce una “risposta involontaria evolutiva e conservativa, caratterizzata dalla mancanza di un normale controllo motorio volontario”. Il processo si chiama freezing. Quando viviamo situazioni che ci causano un forte stress emotivo, come un’aggressione, una violenza, nel nostro sistema cerebrale entrano in circolo delle sostanze chimiche che hanno lo scopo di attutire queste sensazioni.
Se si introducesse il criterio del consenso nel codice penale, come previsto dall’articolo 36 della Convenzione di Istanbul e come già in vigore in 16 Paesi europei, qualsiasi atto sessuale per il quale non è stato espresso il consenso verrebbe considerato violento.
L’introduzione del criterio del consenso va accompagnata a un cambiamento culturale, per evitare il rischio che i processi di violenza sessuale passino dall’obbligo della vittima di provare di aver resistito alla violenza, a quello di provare di non aver dato il consenso.
Prima sul rogo, adesso sul banco degli imputati. Ma streghe siamo e streghe rimarremo. Dove la violenza* (fisica e psicologica) piega, la magia (manifesta e latente) crea. Sopravviviamo, e lo faremo ancora, in un mondo che non ci vuole. Stateve accorte.
*Se stai subendo stalking, violenza verbale o psicologica, violenza fisica puoi chiamare per avere aiuto o anche solo per chiedere un consiglio il 1522 (il numero è gratuito anche dai cellulari). Se preferisci, puoi chattare con le operatrici direttamente da qui.
*Il trailer fa riferimento a Prima Facie, un'opera teatrale della drammaturga australiana Suzie Miller, portata al debutto a Sydney nel 2019.
📰 Rassegnami
Oggi andare in edicola: per il Sole 24 Ore questo giugno 2024 segna l’anno uno. Per la prima volta dalla sua fondazione (1865 come Il Sole), il quotidiano ospiterà uno speciale di quattro pagine dedicato ai diritti Lgbtq+ e all’evoluzione della normativa italiana. Sul sito, invece, un dossier che raccoglierà i contributi sul tema e resterà online per arricchirsi di anno in anno di nuovi numeri.
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È il luogo della diversity ante litteram, che da sempre consente agli uomini di manifestare il lato femminile della loro natura. Come testimonia la tradizione dei femminielli, “un’identità possibile a partire da un corpo trasfigurato, che si lega al territorio e alla popolazione”.
🎯 Nominare è fare esistere
Solo il 16% delle biografie presenti su Wikipedia riguarda le donne: una percentuale impari e incrementata dal lavoro di Wikidonne. In questo spazio ridiamo spazio: una bio per ogni numero. Storie per riscrivere la storia.
Come segnala Labodif, quello scorso è stato un fine settimana straordinario per lo sport italiano. Non pervenuto al servizio pubblico. Sinner ha vinto il torneo di tennis di Halle e Vavassori e Bolelli hanno vinto il doppio. La pallavolo femminile ha vinto la sua straordinaria seconda Nations League.
Le ragazze della ginnastica ritmica un oro e Sofia Raffaeli un oro e due argenti alla World Cup di Milano. Terzo titolo europeo consecutivo per l’Italia nella prova a squadre di fioretto femminile (questa sì, su RaiSport). Eppure al telegiornale si parla solo di calcio che si dovrà giocare e di Formula Uno. C’è una sproporzione anacronistica.
E allora oggi ricordiamo la nazionale italiana di Volley che ha scritto un altro pezzo di storia a Bangkok, vincendo la Volleyball Nations League.
Una partita che ha visto splendere Paola Egonu, ritornata dopo i dissapori passati, trascinando le compagne di squadra in una travolgente vittoria che non vedevamo dal 2022.
Fare squadra, farsi squadra.
🌱 La parola
Convenzione di Istanbul
La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, nota anche come Convenzione di Istanbul, è un trattato internazionale contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011 ed aperta alla firma l'11 maggio 2011 a Istanbul. Il trattato si propone di prevenire la violenza, favorire la protezione delle vittime ed impedire l'impunità dei colpevoli. È stato firmato da 45 paesi e il 12 marzo 2012 la Turchia è diventata il primo paese a ratificare la Convenzione.
In Italia, il 19 giugno 2013, dopo l'approvazione unanime del testo alla Camera, il Senato ha votato il documento con 274 voti favorevoli e un solo astenuto.
🍸 Coraggio liquido
Il Gin Tzoa di Viere Hänte si ispira ad uno dei racconti della Lessinia, suo territorio d'origine. Il personaggio di folklore rappresentato è un basilisco (la Camera dei segreti è stata aperta) che con il suo sguardo ha potere di pietrificare chiunque. L'unico modo per essere salvati dal sortilegio è una pozione di erbe a base di basilico, botanica presente nel gin. Fascino su di me: immediato. Sapore: tutti gli odori, i profumi delle botaniche raccolte a mano con cura, estrema cura.
❤️ L’amore è una playlist
Che vi devo dire se non:
💫 Autodiagnosi e cura
Autodiagnosi: tutto a posto e niente in ordine.
Cura: sorprendere chi amo, farsi accarezzare i capelli per 40 minuti.
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