Clitoride & Sanremo
Se il potere clitorideo arriva all'Ariston, succedono cose. Tipo che il palco diventa politico: la gioiosa anarchia di quello che è femminismo.
C’è vita dopo Sanremo? Considerando il fatto che ci voleva Ghali con il suo “cessate il fuoco” per mettere d’accordo la Camera su alcune mozioni riguardanti il posizionamento del governo italiano rispetto alla guerra a Gaza, direi di sì. In particolare è stata approvata una mozione presentata dal Partito democratico che impegna il governo “a sostenere ogni iniziativa volta a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza”.
Una linea bipartisan ha unito le principali forze politiche, comprese la segretaria del Pd Elly Schlein e la premier Giorgia Meloni. Liberare gli ostaggi, cessare il fuoco per tutelare la popolazione civile, garantire aiuti umanitari continui e sicuri a Gaza: queste le priorità del provvedimento.
La dimostrazione chiara e lampante del fatto che tutte le cose che mi piacciono hanno un cuore pulsante che è politico: il Festival di Sanremo doveva non esserlo ma, si rassegni Gasparri, lo è stato. Tra gli open bar, gli after party, la gara, la sala stampa, le polemiche e le infinite battute da scrivere c’è sempre una cosa che fa la differenza: il modo. Come si decide di abitare il palco e il mondo è fondamentale. Ed è politica.
Ad esempio, il modo in cui le donne hanno deciso di abitare l’Ariston quest’anno, è completamente CLITORIDEO. Questa presa di posizione è assolutamente politica perché ribalta un preciso ruolo - quello di angelo del focolare - attribuito da un altrettanto preciso ruolo sociale: sei socializzata come donna e quindi dedita alla cura, alla procreazione, ai buoni sentimenti. E invece, le artiste in gara, quest’anno hanno detto, ognuna a modo proprio, “evviva la clitoride”. La stessa che, per la femminista Carla Lonzi, rappresenta tutto quello che non è addomesticato. Come scrive Lonzi in “La donna clitoridea e la donna vaginale”:
Ecco che un organo di piacere indipendente dalla procreazione quale è la clitoride perde quel ruolo secondario e transitorio nella sessualità femminile che le era stato decretato dal patriarca e diventa l’organo in base al quale “la natura” autorizza e sollecita un tipo di sessualità non procreativa. La donna clitoridea rappresenta tutto ciò che di autentico e di inautentico del mondo femminile si è staccato dal visceralismo con l’uomo.
“Autonomia per la donna non significa isolamento dall’uomo come è il timore delle donne vaginali abituate a trovare l’interezza nella coppia, ma significa tenere per sé quella potenza che per millenni ha ceduto al suo signore”: io potrei procedere con Lonzi per ore ma capisco che devo spiegare. Devo spiegare che la clitoride non è solo un organo biologico. Ma un modo di stare al mondo. Staccarsi dal “visceralismo” con l’uomo inteso non semplicemente come “persona” ma come soggetto presunto neutro. E che in realtà ha dato forma a un mondo da sé e per sé.
Rivendicando la leggerezza anche in musica, le donne all’Ariston hanno smesso di accollarsi la cura a tutti i costi. Sono clitoridei gli acuti graffiati di Loredana Bertè che canta “Sono pazza di me perché mi sono odiata abbastanza”.
Sono clitoridei i movimenti di spalla che Angelina Mango accenna quando dice che “a stare ferma a me mi viene la noia”.
Sono clitoridei i capelli di Annalisa che si muovono mentre parla di un amore sicuramente difficile ma per cui “non si taglie la vene”.
Sono clitoridei i corpi di BigMama, Gaia, la Niña e Sissi che portano il matriarcato all’Ariston. Non chiedono spazio. Lo creano.
La clitoride è un’anarchica perché con l'anarchia condivide l'ingovernabilità, la clandestinità e il grado massimo di rifiuto del potere. Su questa rivoluzione di prospettiva produce pensiero, incrocia desideri plurali. Apre prospettive. Pure ai maschi.
Del resto, come scriveva Alessandra Pigliaru sul Manifesto:
Dopo le agonistiche e spesso arroganti elucubrazioni falliche, c'è una ragione sufficiente per cui non si possa rendere alla clitoride (e dunque al piacere), questa piccola e smisurata altura incastonata di meraviglie, tutta la centralità sovrana che le è propria? Ne avremmo tutti e tutte nutrimento oltre che godimento.
🎼 Speciale Sanremo
Il Festival di Sanremo, da vicino…Molto vicino. Decalogo rapido sulle cose che ho segnato, imparato, capito:
Scegliere cosa raccontare e come farlo è, appunto, una scelta. E, per questo, una responsabilità. Io che mi prendo le mie responsabilità:
Le storie che vengono dal “margine” sono ritenute ancora tollerabili e legittime quando restano tali. I commenti di odio arrivati a Geolier lo dimostrano. Non si accetta che un ragazzo della periferia possa diventare un talento nazionale. Beh, lo è già. “Il coraggio dei bambini” è l’album più venduto del 2023, per dirne una. Il rapper napoletano alle accuse risponde con eleganza, offrendosi di preparare una pizza alla vincitrice Angelina Mango. Dopo si abbracciano, “abbiamo vent’anni, è bellissimo vivere il festival da protagonisti”. La GenZ al potere, grazie. Il riscatto sociale continuerà a esistere sino a che le diseguaglianze sociali rimarranno tali.
Tutto può essere politica. Dargen D’Amico e Ghali lo hanno dimostrato.
L’intelligenza di ascoltarsi su tutto: Sangiovanni che si prende una pausa e dice a Loredana Bertè che “vorrebbe il suo coraggio”. Chi lo avrebbe fatto nel momento di massima visibilità?
L’attitude è tutto. La sensualità parte da lì. In una parola, Mahmood.
Emma Marrone è la persona con cui avrei bevuto volentieri un gin tonic - e in effetti l’ho tecnicamente fatto - perché quest’anno, in latex all’after party, ha dimostrato che mettersi in Apnea, in alcuni momenti, è salvifico.
Lavorare bene è questione di cura nella velocità, di squadre che fanno la differenza. Ovvero Alley Oop che, non a caso, “indica una spettacolare giocata del basket che richiede doti naturali, capacità tecniche e un grande affiatamento di squadra”.
Pesare le parole, lasciandole leggere, è tutto.
Il profumo del mare districa tutte le cose.
Certe cose vorrei dirtele all’orecchio mentre urlano e mi spingono a un concerto. La verità sta nei dettagli.
Tutto il resto, su Sanremo, lo trovate su Alley Oop - Il Sole 24 Ore, social e sito. Tenete d’occhio.
📰 Rassegnami
La rilevanza dell’elogio alla noia di Angelina Mango ai tempi della Fomo
Quando Mango rivendica il suo diritto alla noia, allo stesso tempo denuncia le distorsioni che la sua generazione vive. La sindrome FOMO - Fear Of Missing Out - significa “paura di essere tagliati fuori” e circa tre quarti dei giovani hanno segnalato di essersi sentiti a disagio quando hanno percepito il rischio di "perdersi" ciò che stavano facendo i loro pari. Si tratta di una condizione di ansia sociale che può verificarsi in persone di qualsiasi: provocata dal mondo virtuale, è innescata dall’ansia di essere esclusi dal contesto sociale. Ne ho scritto per The Wom.
Carlà (Noi Rete Donne): “Le quote di genere nei cda andrebbero estese alle imprese non quotate”
Per gli 8 anni di Alley Oop - qui tutte le interviste realizzate per l’occasione - ho intervistato Daniela Carlà che, insieme a Marisa Cinciari Rodano, ha fondato Noi Rete Donne, la rete nazionale attiva da oltre un decennio per sostenere la democrazia paritaria perseguendo l’obiettivo di una adeguata partecipazione femminile ai vertici e negli organi decisionali, di natura pubblica e privata, in tutti i settori. Dalla cultura alla scienza, dal diritto alla politica e all’economia: “La democrazia paritaria fa bene a tutti perché, quando a decidere ci sono le donne, le cose cambiano in meglio. Non solo per loro”.
Tutti i maschi della nostra vita: povere creature!
Consiglio in modo spassionato e sentito di andare al cinema a vedere “Povere creature”. Come scrive Giulia Siviero, Bella si rimetterà al mondo da sé attraverso il corpo e la sessualità. Il desiderio di emancipazione arriva per lei, esattamente come tradizione vuole che avvenga solo per gli uomini, con la maturità sessuale e la scoperta dell’orgasmo: non, dunque, con la comparsa delle mestruazioni e con la possibilità di riprodursi, ma attraverso il piacere. Le diranno che non si fa, che non sta bene e tenteranno di mutilarle la clitoride, “quell’affare diabolico che avete tra le gambe, che va tolto” e che viene esplicitamente nominato come “la radice del problema”. Ecco la donna vaginale e addomesticata che gli uomini vogliono che lei continui a essere. Ed ecco, invece, la donna clitoridea, liberata dal patriarcato, dalle sue oppressioni, dai suoi miti, dalle sue parole d’ordine e dalle sue pretese di passività che lei sta diventando: “Mi terrò la mia vita e la mia clitoride”, dirà con determinazione alla fine.
In questo patto silenzioso “scrivimi quando arrivi a casa” è stata una forma di cura che ho sperimentato fin da ragazza. Non riesco a fare una stima di quante volte negli anni ho detto, scritto, letto, sentito questa frase, salutando qualcuna a tarda notte. Erano sempre donne, uniche in grado di capire al volo e senza bisogno di spiegazioni il sottotesto di quelle parole: sentirsi delle potenziali prede, scamparla anche stavolta.
🎯 Nominare è fare esistere
Solo il 16% delle biografie presenti su Wikipedia riguarda le donne: una percentuale impari e incrementata dal lavoro di Wikidonne. In questo spazio ridiamo spazio: una bio per ogni numero. Storie per riscrivere la storia.
Oltre a ridare spazio, LRSB nasce per “fare spazio”: il motivo per cui oggi questa sezione è a cura di Federica Pezzoni, content creator che si occupa di gender gap nella musica aiutando concretamente le cantautrici ad emergere. A lei oggi il “compito” di sceglierne e raccontarne una in particolare: Maria Monti.
Maria Monti
Parlare di Maria Monti in poche righe cercando di far arrivare la sua potenza e l’importanza che ha avuto nella storia della musica è veramente difficile. Un giornale qualche mese fa aveva scritto un trafiletto dedicato a lei intitolato “Maria Monti, la dimenticata”. E anche se suona scortese, purtroppo è così: la prima cantautrice italiana nell’immaginario comune non esiste, eppure è stata proprio lei a coniare e ad inventare la parola “cantautore” che oggi usiamo tutt3.
Ho incontrato la musica di Maria Monti qualche anno fa mentre scrivevo la mia tesi di laurea sul cantautorato femminile e me ne sono follemente innamorata. In realtà è complicato anche descrivere il suo lavoro perché Maria Monti è tante cose: cantautrice, attrice, cabarettista e negli anni si dedicherà ad attività diverse sperimentando sempre.
Nel 1960 dà avvio ad un sodalizio artistico - oltre che amoroso - con Giorgio Gaber. Lui lo conosciamo tutt3, vero? Ecco, molte delle canzoni di Gaber sono state scritte da Maria Monti, ma questo non compare nei crediti.
I due artisti partecipano pure a Sanremo, ma arrivano ultimi a causa della canzone un po' audace e anticonformista (vedi “Benzina e cerini”). Nel '75 Monti registra un album dal vivo con Venditti, De Gregori e Dalla, ma anche qui è l’unica a non essere riconosciuta.
I brani della cantautrice sono ironici, sovversivi e parlano spesso di sessismo, lotta di classe e critica alla società contemporanea. Fa molta rabbia che una voce come la sua non sia ricordata insieme a quella di De Andrè, Gaber, Guccini e tutti gli altri. Il suo sguardo sul mondo è stato fondamentale perché ha portato l’esperienza femminile al centro delle tematiche sociali. Chissà se i cantautori hanno mai pensato che oltre alla lotta di classe ci sono anche altre oppressioni che non li riguardano in prima persona. Ecco, Maria Monti gentilmente lo ricorda, anche ai nostri compagni contemporanei:
“Tu prendi la mia mano mi parli del padrone
che paga un salario di fame
che ruba anche sui pezzi di pane
ma parli solo a te stesso sfogandoti un po'
I miei occhi assenti muti e affaticati
non possono capir ciò che dici
e frugo dentro ai tuoi occhi infelici
e spero sempre che un giorno tu tenga un comizio per me"(Nella tua casa - Maria Monti, 1976)
🌱 La parola
Colonizzazione
Sempre Lonzi.
L’uomo non sa più chi è la donna quando questa esce dalla sua colonizzazione e dai ruoli attraverso i quali egli si preparava un’esperienza già fatta e ripetuta nei millenni: la madre, la vergine, la moglie, l’amante, la figlia, la sorella, la cognata, l’amica e la prostituta.
La donna era un prodotto confezionato in modo che egli non avesse nulla da scoprire in quell’essere umano. Ogni ruolo presentava le sue garanzie per lui; uscire da quelle garanzie era cadere fuori dalla considerazione dell’uomo, era la fine.
Ogni donna “diversa” oggi sa che ogni uomo in cuor suo le decreta la fine poiché, non arrivando a catalogarla, si sente irritato e impotente di fronte al fatto che la comprensione tra i sessi non è più così limpida. Aiutato in ciò dalla psicoanalisi, che riflette l’ostilità maschile ad ammettere che la donna sia un problema per lui, egli bolla ogni donna non identificata col ruolo attraverso un giudizio sulla sua salute psicosessuale.
(Il femminismo libera, uomini e donne)
🍸 Coraggio liquido
Si torna sempre dove si è stati bene: ho già parlato del gin Marconi? Non mi ricordo, ma eccoci qua: dalle svariate versioni, scelgo Gin Marconi 42 Stile Mediterraneo.
Il numero 42 indica la gradazione alcolica del distillato in bottiglia. La zona di produzione è quella tipica della distilleria, ossia il Veneto. La "ricetta" prevede, oltre alle classiche bacche di ginepro, un mix di erbe mediterranee, come rosmarino, menta, basilico e timo. Distillazione artigianale e delicatissima, grazie al moderno impianto denominato Crysopea, composto da un alambicco a bagnomaria sottovuoto. Per chi è giusto? Per chi ama i sapori lisci. E al massimo due cubetti di ghiaccio. AMIO NOI.
❤️ L’amore è una playlist
💫 Autodiagnosi e cura
Autodiagnosi: la fatica lucente di tenersi il bene nel casino.
Cura: il mare, sempre il mare.
🥂Vuoi sostenere questa newsletter?
LRSB è un progetto editoriale indipendente. Vuoi supportarlo? Puoi farlo parlando della newsletter, condividendola con chi ami, sui tuoi social, nel tuo diario segreto, inoltrandola a chi ha seguito Sanremo (e chi no), oppure offrendomi il gin tonic che aiuta a ispirarla con una donazione libera. Parliamo di femminismi senza budget ma - intervistare, girare, fare, leggere, approfondire - è più facile con il tuo sostegno.
Se invece ti hanno girato questa mail per caso o per fortuna, puoi riceverla ogni sabato nella tua casella mail iscrivendoti qui: