Situationship is a shit
“Vaffanculo te, le troie, la cocaina. M'hai rotto il cazzo” ha decretato la regina Loredana Bertè. E non vedo perché non dovremmo fare lo stesso.
È di nuovo quel periodo dell’anno. A Roma torna il cielo rosa dopo l’ufficio, l'aria croccante, i pomeriggi buoni solo per stare nelle piazze. Nei chioschi. Sui prati.
Nelle strade che portano al mare perché con un giacca in spiaggia si sta bene e allora tanto vale deviare. Fuori dal raccordo per ritrovarsi un attimo, il momento che basta. Guardare l’onda prima che arrivi e svanisca.
Più che “innocenti evasioni”, bisogno fisiologico: certe giornate le risolvi così. Deviando, senza appigli. Chi ti segue ti ama. Chi non ti segue, pace. Guidare e lasciarsi guidare. Lato passeggero, come si sta bene ogni tanto. Mollare la presa per sapere quello che si sa già: per amore - per amore - tutto per amore. Lo scrive Mariangela Gualtieri. Parole che agiscono con il movimento: la strada verso il mare. Libertà a quattro ruote. Andare dove mi pare, con chi mi pare. L’amore questo è.
E invece il desiderio muore in quello che crediamo essere “allettante oscurità” ma che invece altro non è che SITUATIONSHIP. L’amore non è pavido ma ce ne dimentichiamo perché stiamo decifrando quello che non dev’essere decifrato: il coraggio. Che, nel caso della relazioni, non si misura. Avviene. Naturalmente. Se così non è, non è una relazione. Ma, appunto, una “situazione”. La morte dell’erotismo, del desiderio. Dove non c’è coraggio, scopo male. Mi annoio. Sono lì e sono già altrove. Tenerezza e pietà non sono erotismo. Sedimentano, non costruiscono.
Ma comunque.
“Situationship” è un termine relativamente nuovo. Come scrive in questo prodigioso pezzo Magdalene J. Taylor, secondo Google Trends è emerso online per la prima volta nel 2014 ma è stato relativamente impopolare fino all’anno scorso, quando ha più che triplicato la sua popolarità.
Nella sua definizione di base, la “situationship” è una relazione romantica o sessuale indefinita e non impegnativa. Ma in cosa differisce la “situationship” da una semplice “relazione senza aspettative”? Il fatto che ci sia ancora di mezzo il desiderio, l'anelito, un'instabilità che si trasforma in un “problema che sembra urgente risolvere”. Eppure, scrive giusto Taylor, “il più delle volte, i partecipanti semplicemente languono finché la connessione non si dissolve”.
Secondo un sondaggio svolto da Eharmony, sito di dating, il 75% dei single ha riportato un “crepacuore” a causa di una situationship. La cifra sale all'82% per la Gen Z. Dunque, la maggior parte della popolazione single, ha vissuto un profondo tumulto a causa di una relazione che non aveva altro che una tendenza: era una situationship.
La situationship, quindi, nella maggior parte dei casi sembra essere negativa per tutte le parti: “coloro che apprezzano la mancanza di impegno probabilmente perpetuano i propri difetti romantici, mentre coloro che desiderano qualcosa di più solido soffrono nella speranza che un giorno arrivi”. Perché allora funziona ed è così diffusa?
Perché è comoda. Offre una parvenza di connessione senza la responsabilità emotiva o il “peso” dell'intimità. Permette il piacere del sesso “casual” senza le conseguenze sociali e l’insicurezza della vera promiscuità.
Questo ci fa bene? Non propriamente. “La situationship in definitiva è negativa per la nostra cultura sessuale. Produce sesso che non ci fa sentire bene con noi stessi. Non favorisce l’erotismo di cui la nostra cultura ha bisogno. Forse uno dei motivi per cui le persone fanno meno sesso è in primo luogo che ciò evita il costo emotivo di queste fragili relazioni. Le situationship spesso ci impongono di sopprimere i nostri veri sentimenti, di essere ripetutamente delusi. Spesso possono addirittura farci sentire usati. Anche il predecessore della situationship, la cultura del collegamento, aveva gli stessi difetti. Non eri in una situazione con qualcuno, stavi semplicemente facendo amicizia. La situazione ha messo una sottile patina di connessione e familiarità su quella che è essenzialmente la stessa pratica, ma sembra essere ancora meno motivata sessualmente”.
Stiamo mettendo la patina. E il sesso occasionale vero, come le avventure di una notte, sarebbero addirittura un'alternativa migliore rispetto a questa prolungata stagnazione delle situazioni.
Le donne, in particolare, non si sentono autorizzate a farlo - il sesso occasionale, almeno non come gli uomini - per lo stigma e la pressione che ancora ne deriva. E quindi tanto vale accollarsi la patina della situationship?
Invertire la tendenza è mettere al centro i propri desideri. Che non necessariamente devono andare verso una forma relazionale “stabile/definitiva/forever” ma correre veloci - o a passo moderato - all’indirizzo di qualcosa che sia impavido. Onesto. Sincero. Limpido. L’amore è opaco nelle modalità, mai nelle radici. E anche nel divenire c’è amore. Mai vincolo, sempre libertà. Illumina ciò che ama senza toccarne l’ombra.
“Il più grande crimine della situationship è che è fondamentalmente poco attraente - scrive Taylor - È un segno della nostra immaturità di massa, della nostra incapacità di sentire le cose in modo onesto e sincero. La cultura della situationship è quella dell’autoinganno di massa. Chiamatelo in qualsiasi altro modo: una storia d'amore, una relazione, un matrimonio, un'avventura, una cotta, un intreccio tortuoso. Ma Dio, ditelo almeno con il petto”.
Dire le cose con il petto, il viso tra le mani. L’onestà logora solo chi non ce l’ha.
📰 Rassegnami
Gender gap sanitario: perché colmarlo aumenta il pil e migliora la vita delle donne
Le donne trascorrono più tempo della loro vita in condizioni di salute debilitanti rispetto agli uomini, con la conseguente perdita di 75 milioni di anni di vita all’anno. Affrontare questo divario consentirebbe a un maggior numero di donne di entrare a far parte della forza lavoro e generare 1.000 miliardi di dollari di benefici economici globali entro il 2040. È quanto emerge dal rapporto del World Economic Forum e di McKinsey, Closing the Women’s Health Gap: A $1 Trillion Opportunity to Improve Lives and Economies. Ne ho scritto per The Wom.
Le donne non sanno scrivere d’altro che d’amore, per fortuna
Il mal d’amore non va confuso con il semplice anelito all’altro, con la ricerca dell’amore romantico, con la voglia di unirsi a un uomo, ma va letto come bisogno sociale, bisogno che le donne hanno avuto e ancora oggi hanno culturalmente e socialmente di essere amate, di essere riconosciute, di essere soggetti inquanto amate.
“Scrivimi quando arrivi”, su WhatsApp il gruppo solidale di donne e ragazze
"Scriviquandoarrivi" è un gruppo - per lo più di ragazze- che si aiutano a vicenda tramite il telefono in determinati momenti: quando stanno per strada da sole o se hanno paura di fare “brutti incontri” di notte. Chi vuole può scrivere per restare in contatto con le altre sulla chat finché non è giunto a destinazione.L'idea è venuta ad una studentessa 22enne di giurisprudenza di nome Samia Outia. La rete solidale su Whatapp nasce a Bologna ma si diffonde in pochissimo tempo anche a Torino, Firenze, Roma e Bergamo.
Siamo stanchi, e non perché è primavera
Una ricerca di Deloitte a livello globale, evidenzia che il 36% della GenZ e il 30% dei Millennial si sentono “esausti” la maggior parte del tempo.
Non solo: la sensazione di sfinimento che sembra essere così comune, è uno dei sintomi del burnout. Questo non significa che chi è stanco è in burnout, ma comunque è un aspetto da tenere in considerazione. Una revisione della letteratura degli ultimi anni ci offre una fotografia interessante: a livello mondo, il 20% circa delle persone adulte avverte un affaticamento generale di durata inferiore ai 6 mesi, cronico nel 10% dei casi. Addirittura, sembra che la stanchezza non giustificata da condizioni mediche sia 2,7 volte più alta di quella riconducibile a patologie che la determinano.Le e gli adolescenti sanno riconoscere i confini del consenso? Ritorna la Survey TEEN di Fondazione Libellula
Fondazione Libellula è una realtà che si occupa di contrastare il fenomeno della violenza e delle discriminazioni che ogni persona può subire a causa del proprio genere. Il questionario che segue è rivolto a chi ha tra i 14 e i 19 anni, è completamente anonimo e non prevede risposte giuste o sbagliate.
🎯 Nominare è fare esistere
Solo il 16% delle biografie presenti su Wikipedia riguarda le donne: una percentuale impari e incrementata dal lavoro di Wikidonne. In questo spazio ridiamo spazio: una bio per ogni numero. Storie per riscrivere la storia.
Lidia Menapace
Il 3 aprile del 1924 nasceva la partigiana e senatrice, scomparsa nel 2020.
“Mi posso dimettere da tutto ma non da partigiana”, aveva detto di sé.
Nata a Novara, prima della Resistenza tra la Valsesia e la val d'Ossola (come partigiana Bruna) Lidia Brisca aveva studiato al liceo Carlo Alberto. La laurea con lode, alla Cattolica, l'avrebbe presa dopo la guerra.
“Una ragazza cresciuta nel ventennio fascista in una famiglia progressista e laica, che per spontanea necessità interiore diviene antifascista e partigiana”, scrive Sandro Forcato. Titolo: «Assoluta coerenza». Fu così, sotto il segno della coerenza di un marxismo critico e di un femminismo reattivo e puntuale, che avvennero i passaggi successivi dalla Dc (dalla quale Lidia Menapace uscì “per non far violenza alla mia coscienza”) al Pci, al gruppo del Manifesto, dal Pdup a Rifondazione comunista, di cui fu senatrice tra il 2006 e il 2008.
A Bolzano Lidia Menapace ci arrivò anche per amore: nel 1951 sposò il medico Nene Menapace. Insegnò Lettere allo scientifico e al classico. Ed entrò nella Dc. Era il 1961 quando al convegno sull'Alto Adige voluto dalla rivista Il Mulino delineò una prospettiva di convivenza e di sviluppo dell'autonomia innovativa ancora oggi. Fu la prima donna eletta in Consiglio, nel 1964, e fu assessora regionale ad Affari sociali e Sanità. Al tempo, con il primo statuto di autonomia, le competenze della Regione prevalevano su quelle della Provincia. L'Italia stava andando verso la riforma della sanità, il Sistema sanitario nazionale della ministra Tina Anselmi. Waltraud Deeg racconta: “Avevano un retroterra diverso, ma la vita politica in un mondo maschile non fu facile per nessuna delle due. Eppure fecero molto. L'impronta che insieme diedero al sociale si ravvisa ancora nello statuto di autonomia”. Più tardi, nel Sessantotto, per liberarsi dal “disagio di stare con la Dc”" Lidia Menapace fece la scelta marxista. Quella decisione le costò il contratto di lettrice alla Cattolica. Ma le stava stretto anche il Pci, che nel 1968 la candidò alle regionali. Così rispose alla chiamata del Manifesto, nel 1969, nel nucleo fondatore con Rossana Rossanda e Luciana Castellina.Più tardi aderì al Pdup, fondò il Movimento politico per l'alternativa, nel 2006 fu eletta senatrice da indipendente con il Prc.
Per le donne, con le donne
Lidia Menapace fu una femminista. Si impegnò per la legge 194, entrò nel comitato per i diritti civili delle prostitute. Apprezzava il lavoro di Alma Sabatini, le sue raccomandazioni per un uso non sessista della lingua.
“Sapeva che non basta essere biologicamente donne per essere innovative. Ci vuole la cultura del cambiare i modi di fare politica, facendo rete”, nota Grazia Barbiero, che nel 1979 fu la prima donna tra le file dell'opposizione in Consiglio, con il Pci. Alla sua elezione ricevette una telefonata: “Era Lidia Menapace. Mi fece i complimenti. Lo trovai un gesto di grande solidarietà, un omaggio sostanziale, un complimento di contenuto. Aveva capito che per fare politica bisognava muoversi oltre i confini dei partiti e dell'appartenenza a maggioranza e opposizione”.
Qui fonte completa.
🌱 La parola
Quote di genere legislative
(ripassino in vista delle elezioni europee)*
*parleremo poi dei modi di aggirarle nelle liste elettorali 🤡
Le quote di genere legislative sono strumenti che stabiliscono per legge una quota massima di presenza di entrambi i generi nelle liste dei partiti che si candidano alle elezioni. L’obiettivo è garantire un’equa rappresentanza di uomini e donne tra i candidati per favorire una maggiore parità di genere all’interno degli organi legislativi.
Alle quote imposte solo per legge si aggiungono in molti casi le cosiddette quote volontarie, stabilite dai singoli partiti attraverso i propri statuti e regolamenti. Sono degli impegni che i partiti prendono per includere equamente donne e uomini, sia tra le liste elettorali (nell’ottica di un ulteriore sforzo rispetto alla legge nazionale), sia tra i ruoli di partito. In alcuni casi sono delle raccomandazioni, in altri casi fungono da prescrizioni.
Nelle elezioni europee del maggio 2019 hanno trovato applicazione per la prima volta le previsioni a regime introdotte dalla legge 22 aprile 2014, n. 65 per rafforzare la rappresentanza di genere. In particolare, è prevista:
la composizione paritaria delle liste dei candidati, disponendosi che i candidati dello stesso sesso non possono essere superiori alla metà, a pena di inammissibilità. Inoltre, i primi due candidati devono essere di sesso diverso;
la tripla preferenza di genere: le preferenze devono riguardare candidati di sesso diverso non solo nel caso di tre preferenze, ma anche nel caso di due preferenze. In caso di espressione di due preferenze per candidati dello stesso sesso, la seconda preferenza viene annullata; in caso di espressione di tre preferenze, sono annullate sia la seconda che la terza preferenza (e non solo la terza preferenza, come nella disciplina per il 2014).
🍸 Coraggio liquido
Inverroche è una piccola distilleria artigianale a conduzione familiare, che ha preso vita nel 2011 dall’ambizioso progetto di Lorna Scott e della sua famiglia.
Siamo in Sud Africa, nella comunità di Still Bay, piccola cittadina situata sulla costa della Western Cape. Qui nasce la Inverroche Distillery. La filosofia aziendale è semplice e lineare: investire nella comunità e nel territorio, producendo gin, distillati e liquori di altissima qualità.
Complesso e stratificato sia al naso che al palato, il gin Verdant di Inverroche è ottenuto dall’infusione di spezie e botaniche provenienti dall’Europa e dall’India, a cui si aggiunge il tipico fynbos sudafricano: un sorso appagante che gioca tra gli aromi floreali e i rintocchi agrumati. Buonissima primavera.
❤️ L’amore è una playlist
💫 Autodiagnosi e cura
Autodiagnosi: ”Libera sei e libera vuoi essere”. Bau.
Cura: “le mie amiche sono tutte delle fighe”.
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