Ma dove si trova la felicità? Nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni, nelle persone gentili.
La pazza gioia
Vorrei tovaglie bianche, viaggi in macchina a finestrini abbassati e persone gentili con le camicie che profumano di buono. La felicità è un fatto di chiarificazione. Bisogna visualizzarla bene. E allora questo numero della newsletter è per chi sta esitando a farlo: d’estate non essere felici è uno spreco di potenziale. Contro l’azzurro del cielo e del mare non si lotta e non esiste alibi per privarsene: servono budget piccolissimi per progettare una fuga e uno spazio per sé.
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La mia fuga-spazio: Lisbona, novembre, compio trent’anni davanti all’oceano. Il primo viaggio non di lavoro in solitaria. Il primo viaggio davvero indimenticabile.
La sensazione di sazietà che ho provato risvegliandomi la mattina in albergo con l’unico pensiero di fare colazione è qualcosa che non dimenticherò e che mi funziona da rotta: i pensieri, se contano, devono essere pochi e ben definiti. Serve ritagliarsi le cose a propria misura e, a volte, la propria misura è starsene con te.
Non me ne vogliano i maschi che ritrovano sé stessi dall’altra parte del mondo riscoprendosi capaci di discorsi filosofici imbastiti da un’adolescente in prima media, ma le donne che viaggiano da sole non sono né disperate, né necessariamente single. Sono libere e stanno chiedendo, anzi prendendo, spazio per sè.
Eppure: “ma non hai paura?”, “ma non ti senti sola?”, “che coraggio!”.
No. Non bisogna essere particolarmente coraggiose per sentirsi vogliose di mettersi alla prova, scoprire luoghi interiori, trovare ispirazione, farsi i fatti propri senza dover prendersi cura di nessuno. Conoscersi e conoscere. Sentirsi libere di gestire tempi, desideri, spazi personali. Ma anche staccare da una vita frenetica o dalla famiglia, affrontare la beata solitudine.
Sono tante le ragioni che spingono le donne a viaggiare da sole e le Solo Female Traveler, crescono a livello globale: in prima linea ci sono le giovani della Gen Z.
Nel 2019 una ricerca di Hostelworld ha rilevato che le ragazze che viaggiano da sole nate tra il 1995 e il 2010 sono aumentate dell’88% nei 4 anni precedenti il sondaggio. In testa ci sono le americane (20%); seguite da tedesche (11%), britanniche (8%), australiane e canadesi.
Come riporta Danila Giancipoli in questo articolo, una survey di Solo Traveler sottolinea che l’83% dei soggetti coinvolti è donna e viaggia con tre principali motivazioni: voler vedere il mondo senza aspettare gli altri; fare quello che si vuole quando lo si vuole; per la sensazione di libertà e indipendenza.
Quindi: le viaggiatrici solitarie non sono per forza cuori infranti in cerca di nuove avventure, ma semplicemente donne che desiderano vivere e portarsi nel mondo.
La filosofa Luce Irigaray, nel saggio “Amo a te”, utilizza l’espressione “Amo a te” al posto di "io ti amo", "io amo te":
la "a" indica il riconoscimento di una differenza, di una irriducibilità e anche l'esitazione piena di rispetto di fronte al mistero dell'altro, un silenzio, una rinuncia a ogni forma di appropriazione: è il modello di una nuova forma di rapporto fra i sessi e di un nuovo modo di amare. Ma è anche un nuovo modo di guardare a noi. Di riconoscersi come altre. Di vederci nelle nostre alterità. Di conoscerci lontane da quello che chiamiamo casa.
Qualcosa a cui la nostra società - ancora prepotentemente basata sugli uomini che attraversano la sfera pubblica e le donne che stanno a casa - non è abituata.
Viaggiare da sole, infatti, è un altro ambito in cui le strutture e le norme patriarcali – prevalentemente impostate per premiare la coppia eteronormativa – rendono più difficile affrontare le cose da sole. Dalla condivisione delle spese di vitto e alloggio allo spostamento reciproco dei bagagli, fino alla condivisione di logistica, pianificazione e navigazione, viaggiare con un'altra persona offre molti vantaggi.
Viaggiare da sole significa gestire la logistica e molto altro da sole, soprattutto se ci sono sullo sfondo l'ossessione sociale per le relazioni sentimentali. Le viaggiatrici sole sono considerate diverse in molti modi, considerate una “deviazione dalla norma”.
“Viaggi da sola?” mi ha chiesto una sconosciuta sul volo di ritorno da Shangai, mentre la mia sincera e reale preoccupazione era proteggere i biscotti a forma di panda buttati nello zaino sotto il sedile.
La domanda comunque non mi sorprende. Prima del 1974, in molti paesi, le donne sposate avevano bisogno del consenso del marito per aprire un conto in banca o ottenere una carta di credito.
In Italia, la riforma del diritto di famiglia, solo nel 1975 ha permesso alle donne di aprire conti bancari senza il consenso del marito. Si tratta di 50 anni fa. Non di secoli. Una donna che ha potere sui suoi soldi e sulla possibilità di viaggiare da sola è ancora un’anomalia.
Rompere la narrazione significa rompere quest’anomalia, senza la pressione di dover aderire alla proiezione per cui, se viaggio da sola, sono nel mio momento "Mangia, prega, ama". No, se viaggio da sola non sto necessariamente guarendo da un dolore o da qualche altra ferita profonda. No, se viaggio da sola non sto cercando per forza l’amore, la realizzazione, l’autorealizzazione, una risposta a domande che mi portavo dietro da tempo. SONO SEMPLICEMENTE IN VACANZA.
Viaggiare da sole può essere più faticoso a livello economico e decisionale - la logistica è in capo a te e a nessun’altro - e dovrai comunque stare attenta alla tua sicurezza (sì, il mondo non è un posto sicuro per le donne). Ma il potere che sentirai di avere su di te e quindi in relazione al resto del mondo è qualcosa che ti farà sentire amore: AMO A TE. DOVE TE SEI PROPRIO TE.
Se si volesse affrontare davvero la violenza subita dagli uomini, si partirebbe da un dato di fatto: nella stragrande maggioranza dei casi è agita da altri uomini.
Sono quasi 13 milioni, spesso vivono da sole e i servizi loro dedicati sono scarsi, come pure le risorse stanziate a loro favore: in Italia le persone con disabilità vengono lasciate ai margini, insieme alle loro risorse e potenzialità. Accade anche nel settore culturale e audiovisivo, particolarmente strategico per immaginare e costruire un mondo realmente inclusivo attraverso l’ampliamento delle rappresentazioni. Oltre a non vedersi rappresentate, le persone con disabilità non hanno un paritario e adeguato accesso ai prodotti culturali: un diritto minato dall’inaccessibilità del comparto audiovisivo. Ne ho scritto per Alley Oop.
Le donne in Italia sono sempre più sportive, ma hanno ancora meno tempo rispetto agli uomini da dedicare allo sport. Si allenano con minore frequenza, più a casa che all'aperto, e l'inattività aumenta soprattutto al Sud. I nuovi dati Istat sulla pratica sportiva confermano il peso degli stereotipi di genere sulla qualità di vita delle persone
Solo il 16% delle biografie presenti su Wikipedia riguarda le donne: una percentuale impari e incrementata dal lavoro di Wikidonne. In questo spazio ridiamo spazio: una bio per ogni numero. Storie per riscrivere la storia.
Francesca Albanese
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro Francesca Albanese, giurista italiana specializzata in diritto internazionale e tutela dei diritti umani, dal 2022 relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi.
L’italiana era da tempo sotto la lente di Washington. Per capire come mai gli Stati Uniti si siano mossi in questa direzione, basta ricorrere a quanto detto dal segretario di Stato Usa Marco Rubio. La sua “campagna di guerra politica ed economica contro gli Stati Uniti e Israele non sarà più tollerata”, ha chiarito Rubio annunciando l’iniziativa, dovuta agli “illegittimi e vergognosi sforzi di Albanese per fare pressione sulla Corte Penale Internazionale affinché agisca contro funzionari, aziende e leader statunitensi e israeliani”. Né gli Stati Uniti né Israele - ha ricordato Rubio - sono parte dello Statuto di Roma, “il che rende la sua azione una grave violazione della sovranità di entrambi i paesi”.
Albanese, che ricopre l’incarico dal 2022 (ed è la prima donna a farlo), non è nuova a subire campagne d’odio per le sue ripetute denunce sui crimini commessi da Israele a Gaza e sull’occupazione della Cisgiordania. Che ha documentato con forza, già prima dell'inizio del conflitto con Hamas, a cui comunque non ha mai risparmiato una ferma condanna per le violenze e gli orrori perpetrati sugli israeliani il 7 ottobre del 2023.
Ma ad aver scatenato l’ira degli Usa, che aveva già chiesto in passato la rimozione della funzionaria, è stato il suo ultimo rapporto scritto per l’Onu e intitolato “Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio”, presentato la settimana scorsa, in cui sono elencate la bellezza di 45 aziende private che sosterrebbero direttamente o indirettamente l’esercito israeliano e l’occupazione dei territori palestinesi facendo “profitti sulla distruzione di vite innocenti”. Tra cui spiccano, le americane Lockheed Martin (che produce gli F-35), Caterpillar, sul fronte tecnologico Google, Microsoft, Amazon, Ibm, Palantir e in cui figura, a onor di cronaca, anche l’italiana Leonardo.
L’approccio della giurista, infatti, va oltre la denuncia e analizza la complicità di poteri economici e istituzionali stia alimentando il conflitto.
"Sto mettendo in gioco tutto quello che ho. Se ci riesco io, allora tutti possiamo resistere a questa pressione" ha detto. E non possiamo tirarci indietro.
(Vi lascio questo dialogo utilissimo a capire Albanese in dialogo con Mariangela Pira e Pablo Trincia):
Si riferisce al viaggiare da sole, specificamente da parte di donne. Si tratta di un'esperienza di viaggio in cui una donna intraprende un viaggio senza compagni o compagne, spesso esplorando nuove destinazioni e culture in modo indipendente.
Secondo uno studio concentrato sul panorama italiano e condotto dal Centro Studi sul Turismo JFC le solo female traveler nel 2017 sono state più di 517mila (il 62,6% del campione considerato), con una crescita di circa il 9% rispetto all’anno prima.
L’età media delle viaggiatrici in solitaria è 32 anni. Il titolo di studio, la laurea per il 73,6% dei casi. Le donne che viaggiano da sole hanno per lo più una lingua straniera in tasca (il 70%) e, dato che sfata più di uno stereotipo, per il 47,8% hanno un compagno.
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“La felicità è un fatto di chiarificazione. Bisogna visualizzarla bene” parole vere, belle, bellissime 🧡
Bella Bella questa news, Nicoletta! Grazie