Osservate le donne della vostra famiglia e lì troverete la vostra storia. È di nuovo il 24 dicembre, la tavola è di nuovo piena, le luci sono al loro posto e quel fare silenzioso fa più rumore perché se non ci fosse si vedrebbe. La carta lucida dei regali, la capacità di costruire la magia dell'attesa, inventarsi l'amore nelle incombenze. Il Natale si regge sulle spalle delle donne della vostra famiglia. Gli uomini sono per strada, il loro fare non è né silenzioso, né discreto. Procede spedito al centro della strada, cammina a passo svelto lungo le vie del paese, non chiede. Ma le strade non si tengono insieme per fatalità. La rete di cemento è una matassa che vuole attenzione, analisi, cura. Ogni incrocio non è casuale, camminarci sopra è possibile grazie all'ingegno altrui. Così sono le strade degli uomini. E così è la famiglia, una rete urbana e sotteranea fatta di vie e diramazioni complesse. Gli uomini camminano. Le donne abitano.
[…] Se cammini per strada, nessuno ti è accanto,
se hai paura, nessuno ti prende la mano.
E non è tua la strada, non è tua la città.
Non è tua la città illuminata: la città illuminata è degli altri,
degli uomini che vanno e vengono comprando cibi e giornali.
Natalie Ginzburg, Memoria
È in questo diverso procedere che si innesta la storia da sbrigliare. Gli uomini e le donne non sono uguali, Cesare Cremonini c'aveva torto. Rivendicare la libertà della cura è ridisegnare il percorso.
Nel 1987 Clara Sereni - scrittrice e giornalista italiana che non ricordiamo quanto dovremmo - lo racconta nel suo romanzo Casalinghitudine (Einaudi): ricette di cucina familiari diventano racconti di sé, simboli di memorie, di relazioni e affetti. A pietanze particolari si collegano situazioni, rapporti, ricordi particolari: così, la ricetta della salsiccia coi peperoni è una Festa dell’Unità del ’73, la zuppa di cipolle è la scoperta della psicoanalisi, l’arrosto di carne è il ricordo di un tentativo di suicidio in giovanissima età, la spremuta di mandarini è la morte di suo padre.
La cucina diventa strumento per indagare il rapporto tra intimo e collettivo, tra segretezza ed esposizione, tra la casa come prigione o come destino, come possibile luogo dell’autonomia e autodeterminazione. La stanza tutta per sé.
Le ricette di Sereni sono la macchina da cucire di mia nonna materna, la prima colazione al bar di mia nonna paterna, il diario di mia madre, i profumi di mia zia, la prima edizione di Piccole donne di mia sorella.





Quel cortile di cui parla Alba De Céspedes in Dalla parte di lei (Mondadori), dove "le donne vivevano a loro agio con la dimestichezza che lega coloro che abitano un collegio o un reclusorio. Ma tale confidenza, piuttosto che dal tetto comune, nasceva dal fatto di conoscere reciprocamente la faticosa vita che conducevano: attraverso le difficoltà, le rinunce, le abitudini, un'affettuosa indulgenza le legava a loro stessa insaputa".
74 anni dopo De Céspedes, la situazione attuale è questa:
In Italia un terzo delle giovani ha una laurea contro il 20% degli uomini. Eppure la disoccupazione resta alta (9,1% donne contro 6,9% uomini), così come la percentuale delle inattive (43,6% delle donne contro il 25,4% degli uomini).
le stime indicano che i lavori di cura non retribuiti vengono svolti per il 75% da donne e valgono circa il 5% del Pil. “Davvero possiamo chiamare inattive le donne che si occupano dei lavori di cura oltre 8 milioni di italiane?”: se lo chiede D’Ascenzo nella newsletter di Alley Oop, me lo chiedo anch’io guardando avanti e a ritroso.
Si parte da casa, da chi abbiamo vicino. Dalle donne della nostra famiglia. Ascoltare le loro storie è riscrivere la nostra. La “casalinghitudine” dev’essere una scelta, non l’unica storia.
📰 Rassegnami
Il punto non è Chiara Ferragni, ma il definanziamento dei centri antiviolenza
Il cachet sanremese di Ferragni andrà all’associazione D.i.Re. che gestisce oltre 100 Centri antiviolenza e più di 60 Case rifugio in tutta Italia: i centri antiviolenza vanno salvati dalla politica dell’indifferenza.
Cos’è la contraccezione maschile e perché è un passo verso la parità di genere
Fino a oggi sono state soprattutto le donne a farsi carico della contraccezione: esiste la pillola anticoncezionale, l’anello, il cerotto, il diaframma, la spirale, la pillola del giorno dopo e diverse altre opzioni. E per gli uomini? Le alternative sono poche e scarsamente impiegate. In Italia la discussione sulla contraccezione maschile è ancora acerba. Emblematico è il fatto che l’ISTAT abbia pubblicato una rilevazione sulla salute riproduttiva della donna (e non degli uomini), quando nel frattempo è ancora difficile misurare anche solo quanti uomini usino regolarmente il preservativo.Controcanone, la letteratura delle donne
Il manuale scolastico a cura di Johnny L. Bertolio per Loescher Editore ripercorre la letteratura dal Duecento al Novecento con un punto di vista diverso e inclusivo.
La pandemia non ferma le innovatrici
A dirlo sono i dati diffusi da Unioncamere che fanno il punto su come le donne stanno cambiando l'imprenditoria in Italia riferendosi alle statistiche registrate a fine settembre 2022. L’innovazione delle donne è cresciuta negli ultimi anni e oggi sono 2mila le start up guidate da imprenditrici - 572 in più rispetto al 2019 - specializzate nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di prodotti o servizi ad alto valore tecnologico.
L’industria dei giochi da tavolo fa i conti con il colonialismo
Da anni è in corso un dibattito sui giochi che si basano su logiche di sfruttamento di territori e popoli, ma qualcosa sta cambiando.
Abusi e maltrattamenti: è la famiglia “normale” in onda in prima serata
Il messaggio che passa continua a essere quello di una pretesa normalità, fatta di soprusi, agiti dall’uomo dentro la relazione sentimentale. E ciò mentre di violenza domestica non riesce ancora a parlarsi nel modo corretto.
In Italia manca il reato di molestia sessuale
E ora Valeria Valente, senatrice del PD, ha presentato un nuovo disegno di legge per introdurlo nel codice penale.
Tabù House, il progetto che raccnta il rapporto tra società e corpo
Viviamo in una società apparentemente priva di inibizioni e pregiudizi nei confronti della sessualità. Ma quantə giovani effettivamente vivono senza tabù? Tabù House è un spazio safe dove metterli in luce, attraverso una prospettiva inclusiva e sostenendo consapevolezza sessuale individuale e collettiva.
Decolonizzare il diritto del lavoro
Per democratizzare le aziende, demercificare il lavoro e decarbonizzare il pianeta bisogna sovvertire la matrice anti-nera, anti-indigena e anti-femminile delle disuguaglianze. Con questo messaggio, semplice e propositivo, le ricercatrici Isabelle Ferreras, Julie Battilana e Dominique Méda hanno elaborato il Manifesto del Lavoro: “se queste domande vi creano disagio, sappiate che il disagio è essenziale. Non possiamo promettervi un sollievo o un’uscita semplificata che non esiste. L’unica certezza è che affrontare teoricamente questi nodi, mettendo in discussione l’epistemologia dominante, costituisce un passo indispensabile per sviluppare una nuova ontologia del lavoro, del valore e della vita”: pubblicato su 43 giornali di 36 paesi, in 27 lingue diverse, il Manifesto è stato firmato da più di 7.000 ricercatrici e ricercatori di tutto il mondo, provenienti da 700 università di tutti i 5 continenti. It’s time.
🎯 Nominare è fare esistere
Solo il 16% delle biografie presenti su Wikipedia riguarda le donne: una percentuale impari e incrementata dal lavoro di Wikidonne. In questo spazio ridiamo spazio: una bio per ogni numero. Storie per riscrivere la storia.
Rosa Balisteri
Ho visto su Netflix La vita bugiarda degli adulti e mi sono innamorata della colonna sonora. Così, ho scoperto lei: Rosa Balisteri.
Si può fare politica e protestare in mille modi, io canto. Ma non sono una cantante: sono diversa, diciamo che sono un’attivista che fa comizi con la chitarra.
Balisteri nasce nel 1927 a Licata (Agrigento), in una famiglia poverissima: la madre lavora in casa mentre le uniche entrate di denaro provengono dai piccoli lavori di falegnameria del padre. A sedici anni viene data in sposa a Gioacchino Torregrossa: un uomo che, molti anni dopo, in un concerto, Rosa avrebbe definito “latru, jucaturi e ‘mbriacuni”.
Il matrimonio, da cui nasce l’unica figlia oggi vivente, Angela Torregrossa, finisce in tragedia il giorno in cui Rosa, avendo scoperto che il marito aveva perso al gioco il corredo della figlia, lo aggredisce con una lima e, credendo di averlo ucciso, va a costituirsi dai carabinieri: sconterà sei mesi di galera.
Nei primi anni Sessanta Rosa incontra il pittore fiorentino Manfredi Lombardi, e con lui vivrà per dodici anni. Durante questo periodo allarga la cerchia delle sue amicizie e viene a contatto con il mondo degli intellettuali del suo tempo. Nel 1966 partecipa allo spettacolo di canzoni popolari portato sulle scene da Dario Fo, dal titolo Ci ragiono e canto.
Dopo la sua morte, avvenuta a Palermo nel 1990, la memoria di Rosa Balistreri si è appannata, ma negli ultimi anni i suoi eredi lavorano per recuperarne il valore e la fama. In un’intervista a Noi Donne la cantante Lucilla Galeazzi ha detto a proposito del modo di cantare di Rosa:
Fare politica attraverso la canzone popolare non è solo qualcosa di esplicito e legato ai fatti del momento, ed è nel “come” non solo nel “cosa”. Lei portava avanti la voce del popolo, cantava le canzoni che appartengono a tutti, che sono “comuni” fin dalla loro radice e alle quali non è possibile apporre alcun tipo di copyright. […] A me Rosa piace come canta e cosa canta, cose che non vanno mai distinte, anche la ninna nanna è contestataria: la ninna nanna non la canta certo la donna borghese che può permettersi la balia, ma la mamma proletaria che l’indomani deve svegliarsi alle quattro di mattina per andare a lavorare, e si sente disperata perché il bambino non vuole dormire. Ecco allora che Rosa aveva la capacità di trasmettere la disperazione, di renderti compartecipe del lamento di questa donna: e anche questo è fare politica.
🌱 La parola
Gender mainstreaming
Le donne e gli uomini hanno esigenze e condizioni di vita diverse, compreso un accesso e un controllo ineguali al potere, alle risorse, dei diritti e delle istituzioni. Le vite delle donne e degli uomini differiscono a seconda del paese, dell’età, dell’origine etnica o sociale o di altri fattori: l’obiettivo del gender mainstreaming è di tener conto di queste differenze quando si progettano, si attuano e valutano politiche, programmi e progetti a livello istituzionale, in modo che possano beneficiarne in modo paritario, eliminando eventuali disuguaglianze.
Il Gender Mainstreaming, dunque, è uno strumento che prevede l’integrazione di una prospettiva di genere nella preparazione, progettazione, attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche, delle misure regolamentari e dei programmi di spesa, al fine di promuovere la parità tra donne e uomini e combattere la discriminazione.
Il concetto è stato introdotto per la prima volta durante la Conferenza mondiale sulle donne di Nairobi del 1985 e, nel 1998, il Consiglio d’Europa ha riconosciuto il gender mainstreaming come “La (ri) organizzazione, il miglioramento, lo sviluppo e la valutazione dei processi politici, in modo che una prospettiva di uguaglianza di genere sia incorporata in tutte le politiche a tutti i livelli e in tutte le fasi, dagli attori normalmente coinvolti nel processo decisionale”.
🔥 Compiti per il weekend
Fuori dal raccordo anulare: il 17 gennaio andiamo a Milano con Nudismo Finanziario, una conversazione live con esponenti del mondo della cultura, dell’imprenditoria, dell’arte, dello spettacolo che hanno il coraggio di mettersi a nudo partendo dalla domanda Quanti soldi hai?.
Il prossimo appuntamento (qui per prenotare il tuo posto) vede protagonista Benedetta Barzini: modella, musa, giornalista, docente. È suo il volto che compare sul primo numero di Vogue Italia, nel 1965. Ed è lei a incarnare il mito fotografico degli anni ’60, ispirando Irving Penn e Richard Avedon. Già allora puntava il dito contro “il regno dell’immagine”, cominciando a scardinare il sistema dall’interno. Pasionaria e anarchica, nel 2023 compirà 80 anni.
Nudismo Finanziario è un’iniziativa che si inserisce nel progetto Rame, nato con l’obiettivo di cambiare la narrazione sui soldi e connetterli ai desideri: ne ho scritto qui.
🍸 Coraggio liquido
Potevo io non parlarvi di gin? Condividerlo è sempre amore e, allora, eccolo quello che me lo ricorda di più: Roku Gin, un meticoloso equilibrio di sapori dal profumo di fiori di ciliegio e tè verde. L’aroma è floreale e dolce, ma il sapore complesso e stratificato: come vorrei essere. Per la piccantezza finale, note di pepe giapponese. Gira bene su due giri, vola sul terzo.
A proposito di casa e amore: amiche che state leggendo, questo cin è vostro perché questo gin è nostro.
❤️ L’amore è una playlist
Se famiglia fosse una canzone.
💫 Autodiagnosi e cura
Autodiagnosi: mi annoiavo alle feste, mi annoiavo alla cene.
Cura: prendere il coraggio a due mani, andare verso il sole con i rollerblade.