"Mi voleva togliere davanti"
In fondo, che muoia un’altra donna, non v’importa. Ci state ammazzando ancora e, la vostra indifferenza, ci ammazza anche da vive. Dove siete tutti?
Ci state ammazzando ancora. Ci state ammazzando di nuovo. Mi manca un arto mentre prendo il caffè. Mi manca il respiro mentre chiudo un pezzo. Mi sento mancare un braccio mentre guido verso casa. Posso essere io, in qualsiasi momento.
È una vita menomata quella di chi deve stare sempre all’erta. È una vita da zoppicanti che devono correre. Che devono proteggersi prima di vivere. Perché la vita viene negata se non si è caute abbastanza. Io, di essere cauta, non ne poso più. Perché, prima di tutto, sono arrabbiata. Lo sono mentre sui social scrolli l’ennesima foto dell’ennesima donna che viene ammazzata dal suo compagno carnefice e che viene ritratta insieme a lui sui giornali. Vicini, sorridenti. Vittima due volte. Lo sono mentre il Paese non si blocca e deve andare avanti quando, a due passi da casa mia, nell’ospedale dove probabilmente qualche mia amica sarà nata, una donna muore per mano di un uomo. Suo marito. Lo stesso che le aveva promesso: “prima o poi ti ammazzo”. Maria Angela Turturo, davanti agli occhi della figlia Antonia e del personale sanitario dell'ospedale "Perinei" di Altamura, ha esalato l'ultimo respiro e lo ha detto: “lui voleva togliermi davanti”. L'uomo ha appiccato il fuoco alla propria automobile con la moglie all'interno. Poi l’ha immobilizzata sull’asfalto.
“Voleva togliermi davanti”: in questa espressione che sa di casa mia e di certi vicoli in certi paesi pugliesi, c’è un lessico familiare che porta sulle spalle delle donne secoli di oppressione, sopportazione, violenza normalizzata. Io non so cosa Maria Angela Turturo abbia subito, pensato, creduto di poter cambiare o salvare. Ma so che, come lei, ce ne sono tante tantissime: siamo tutte all’erta. Tutte spaventate. Bisogna andare via dai posti e dalle persone in cui c’è paura. Perché, prima che il mondo diventi giusto, abbiamo bisogno di proteggerci. E, soprattutto, abbiamo bisogno che il lavoro non sia solo il nostro: le donne, le madri, le sorelle, le zie, le cugine, le amiche devono avere tutte le condizioni per poter andar via dalla paura e dalla violenza. E questo significa avere autonomia (economica, emotiva, di spostamento) e uomini migliori al nostro fianco: ma gli uomini, invece? Dove sono? Che fanno mentre ci ammazzano? Cosa dicono gli altri, quelli bravi? Cosa fanno mentre scrollano la foto di Maria Angela Turturo vicina al suo carnefice?
Inventate, dite, fate. Il silenzio è assordante e, lo scorso 25 novembre, quando la partecipazione maschile alla piazza dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin è stato più corposa, mi sembra lontanissimo. Un miraggio. Un evento dato dal sentimento del momento. E, invece, è nelle vostre chat su Whatsapp che dovete lavorare. Negli spogliatoi. Nelle pause pranzo con i colleghi. Negli aperitivi del weekend. Nei discorsi in famiglia. Nei pranzi di Natale in cui è tutto uguale.
Ancora: San Felice a Cancello. Eleonora Toci, 24 anni, è stata strangolata a mani nude dal marito, Lulzim Toci, 30 anni. Lo ha fatto davanti ai figli di 6 e 4 anni.
"Durante l'interrogatorio il 30enne ha ammesso l'omicidio della moglie ma non ha dato spiegazioni" ha detto Federico Arrigo, comandante della Compagnia carabinieri di Maddaloni titolare delle indagini, all'Adnkronos. Le spiegazioni, invece, ci sono. Arrivano da quella che, nel 1975, la giornalista Susan Brownmiller chiama “cultura dello stupro”: nominarla significa darle esistenza, riconoscerla in tutte le sue forme. Secondo Brownmiller, lo stupro è “un processo cosciente di intimidazione con cui tutti gli uomini mantengono tutte le donne in uno stato di paura”. Svincolando lo stupro dalla dimensione sessuale e descrivendolo come espressione di una società patriarcale e misogina, Brownmiller afferma che gli stupratori non violentano perché hanno “voglia di fare sesso”. Ma perché desiderano esercitare un potere psicologico e anche fisico sulla donna.
Lo stesso con i femminicidi: gli uomini non uccidono per raptus o perché mostri o malati. Gli uomini uccidono per potere e sopraffazione. E perché, in fondo, che muoia un’altra donna in fondo non v’importa. Ci state ammazzando ancora e, la vostra indifferenza, ci ammazza anche da vive.
Secondo l’Osservatorio nazionale di Non una di meno, in Italia nel 2024 si sono già verificati 77 femminicidi. Secondo il report Analisi criminologica della violenza di genere gennaio-luglio 2024, realizzato dal Servizio analisi criminale che opera all’interno del dipartimento di Pubblica Sicurezza direzione centrale, le donne uccise nel 2024 sono il 34% delle vittime degli omicidi volontari. Il silenzio è assordente e il 25 novembre non basta.
“Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere - ha detto Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin, durante i funerali della figlia - Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali. Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto”. Dove siete tutti?
📰 Rassegnami
Università, studiare gratis o quasi nel mondo
Se studiare e abitare nella stessa città sta diventando un lusso in Italia, si può prendere in considerazione di lasciare il Pase per studiare all’estero. Nel mondo infatti ci sono oltre 50 università senza tasse universitarie per studenti internazionali. Bisognerà mettere a budget le spese per il soggiorno ma gli atenei in alcuni casi offrono anche la possibilità di fare domanda per borse di studio aggiuntive o sovvenzioni per coprire costi come vitto e alloggio.
Il preoccupante ritardo dell’Italia sul congedo di paternità
Il think-tank Tortuga ha presentato un nuovo report sull’esperienza di alcune aziende italiane che hanno deciso di allungare il permesso agli uomini diventati genitori. L’analisi evidenzia come sia un strumento per sostenere l’occupazione femminile e la natalità
Il governo non ha ancora pubblicato la relazione annuale sull’aborto, ed è una cosa molto grave
La legge 194 prevede che a febbraio di ogni anno il ministero della Salute presenti al Parlamento una relazione su come viene garantito il diritto all’aborto nel Paese. A sette mesi dalla scadenza e con più di 200 giorni di ritardo, a oggi della relazione non c’è neanche l’ombra.
La mia vita con Goliarda Sapienza, con Angelo Pellegrino e Giada Arena
Attore, traduttore e scrittore, Angelo Pellegrino è stato marito di Goliarda Sapienza, di cui ha anche curato l'opera e le pubblicazioni postume. Nella casa dove Pellegrino e l'autrice dell'"Arte della gioia" hanno convissuto per molti anni, una conversazione densa di aneddoti e ricordi.
🎯 Nominare è fare esistere
Solo il 16% delle biografie presenti su Wikipedia riguarda le donne: una percentuale impari e incrementata dal lavoro di Wikidonne. In questo spazio ridiamo spazio: una bio per ogni numero. Storie per riscrivere la storia.
LRSB non è una voce unica, ma una festa in cui le voci si amplificano e in cui ci si prende cura a vicenda, donandosi.
Questa sezione oggi è a cura di Chiara Ferretti e Milena Grigolo: due registe che “si ritrovano a condividere il dolore delle loro perdite e si rispecchiano l’un l’altra”. Così scelgono di intraprendere un’indagine sulla capacità di donare dei milanesi e dunque ricercano, tra i fiorai della città, la ragione prima che spinge la gente a donare al prossimo. Interfacciandosi con i compratori di fiori, le due riscontrano molta paura e chiusura rispetto all’estraneo e si rendono conto della forte sfiducia che, nel tempo, ha appesantito i loro animi, facendo crescere in loro l’incapacità di aprirsi al prossimo.
Durante la loro esplorazione si imbattono nella bellissima storia dell’artista milanese Pippa Bacca, che una delle due registe conosceva personalmente da bambina. Ne sta nascendo un documentario lungometraggio ispirato all'arte e alla vita di Pippa Bacca: “Ancora troppo giovani per un cuore così pesante”.
Le loro parole, nello spazio che segue, raccontano Pippa Bacca e la scelta di dedicare alla sua vita nuova attenzione e luce.
Pippa Bacca
Siamo ancora innamorate di Pippa Bacca
“Perché è un modo per affidarsi al prossimo, per dimostrare, e speriamo di dimostrarlo, che dando fiducia, si riceve solo bene”
Pippa BaccaSono passati 16 anni da quel tragico 2008 dove Pippa è partita senza più tornare.
Vi racconteremo pure la sua morte, ma non siamo qui per questo. Non siamo qui per dare carne alla cultura del terrore, non siamo qui per far venire paura alle lettrici, non siamo qui per raccontarci la cronaca nera a vicenda come è diventato consueto fare.
Si, Pippa è morta, in Turchia, stuprata e uccisa. No, non c’entra la religione, la razza, quello che portava addosso o il suo atteggiamento. Era donna, e questo è sempre bastato.
Era una donna che si è sempre battuta, nel gioco e nell’estro creativo, per un mondo più fiducioso. Si, era cosciente che il mondo può anche essere crudele, ma questo non l’ha mai fermata dal vivere, dal fidarsi del prossimo e dal credere in sé; negli altri; nell’umanità. Pippa Bacca si era scelta questo nome d’arte, dall’anagrafe si chiamava Giuseppina Pasqualino di Marineo. Nipote di Piero Manzoni, ha avuto il privilegio di crescere con quattro sorelle cosi unite e simili tra loro, che addirittura si identificavano sotto uno stesso unico neurone, che a parer loro, si dividevano in cinque. Sono cresciute con una madre che le ha insegnato a fare autostop più o meno all età in cui si impara a camminare. Facevano tutto insieme; dal Cammino di Santiago alle trovate più creative per i regali di natale agli amici.
Cresciuta in questo ambiente stimolante e vivace, femminile e libero, Pippa si è lanciata nel mondo come artista senza mai veramente smettere di sognare.
Si può dire che tutta Milano la conoscesse o sapeva chi fosse; chi per quando si esibiva con il suo gruppo come Eva Adamovich, chi perché la vedeva suonare con la banda degli ottoni in manifestazione, chi la vedeva nei loggioni della Scala, chi l’ha conosciuta come critica d’arte, e chi riceveva le sue lettere, come il Presidente della Repubblica di allora, a cui scrisse ben per 88 giorni la stessa lettera invitandolo a prendere parte nell’organizzazione di una mostra collettiva fatta di artisti nati lo stesso giorno.
Pippa ha avuto mille modi per farsi conoscere e per illuminare le vite di chi incontrava.
Il giorno stesso che fu stata lasciata da un fidanzato dell’epoca, mise in produzione spille con su scritto “sono innamorato/a di Pippa Bacca, chiedimi perché”. E fu cosi che credo non sia stato per nulla facile per il suo ormai ex di dimenticarla, essendo che tutta Milano parlava di lei, e credeteci se ve lo diciamo, se ne poteva parlare solo bene, nonostante il caratterino.
Organizzò un rave per la terza età in Corso Como, era amica con tutti i senza tetto di Centrale, lavorava part time in un call center e amava i bambini di tutte le età, come i racconti di Calvino e il colore verde.
Una personalità che non si dimentica, che tu sia la prima volta che ne senti parlare o che tu l’abbia conosciuta all epoca, possiamo dirti che oggi, c’è bisogno di una Pippa Bacca dentro ognuno di noi.
All’inizio di questo progetto, che poi ha preso forma come un documentario partecipativo dal titolo “Ancora troppo giovani per un cuore così pesante”, ci sorprendevamo del fatto che chiunque conoscesse Pippa, al nominarla, gli s’illuminava il volto. Non di tristezza per la sua morte, ma di puro amore, puro amore che questa figura, artista, persona cara ha donato, ad ognuno, mentre era in vita.
E per questo che noi parliamo di Pippa, è per questo che noi vi invitiamo anche a voi di parlarne; la vita di Pippa è una scia luminosa che ha fatto luce e risuonato con tantissime vite in tutto il mondo, e non vale la pena ricordarne solo la morte, la fine. Di una cometa per quanto veloce, ti ricordi la luminosità, non il buio che ha creato alla sua scomparsa. E così che è diventato per noi
Pippa Bacca in partenza per la sua performance “il viaggio delle spose”
registe del film un atto politico, il parlare della morbidezza degli animi, del dono e dell’amore dato e ricevuto, piuttosto che rinchiuderci tutte nel dolore e la sofferenza di non avere più nel mondo una persona come Pippa.
Se dovessimo nominarvi la lista di artisti/e che sono stati/e ispirati/e da Pippa Bacca e la sua storia, dovremmo allegare 4 pagine di pdf con ogni opera in suo nome; da Alda Merini che le dedicò una poesia, alle femministe latino americane che si battono ancora per lei.
Secondo una legenda messicana, le persone non muoiono fino a che non svanisce il loro ricordo nel mondo terreno.
Quindi vi possiamo dire che Pippa non è morta, ma risiede in noi, dandoci da un anno a questa parte la forza per fare questo documentario, e risiede in voi, che potete raccontare la sua storia a gran voce, e potete darvi coraggio per continuare le vostre vite, sapendo che dentro ognuno di noi c’è una forza motrice che può illuminare e destare gli animi, perché si, di rabbia ce ne abbiamo, e tanta; ma la vera forza di andare avanti la prendiamo dall’amore.
🌱 La parola
Femminicidio
Il femmicidio, dall'inglese femicide, è un termine criminologico introdotto per la prima volta dalla criminologa femminista Diana H. Russell all'interno di un articolo del 1992 per indicare le uccisioni delle donne da parte degli uomini per il fatto di essere donne (a). Secondo quanto formulato da Diana Russell “il concetto di femmicidio si estende al di là della definizione giuridica di assassinio e include quelle situazioni in cui la morte della donna rappresenta l'esito/la conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine”.
Forma estrema di violenza, il femmicidio trova pertanto il suo fondamento nella violenza misogina e sessista dell'uomo radicata nelle nostre società. Questo tipo di omicidio rappresenta un problema sociale che attiene alla dimensione dell'oppressione e della disuguaglianza tra uomini e donne, rilevando la complessa relazione tra la violenza e la discriminazione sessuale.
Di fatto parlare oggi di femmicidio significa parlare di una questione legata alla nozione di genere, poiché si tratta di un omicidio diretto contro una donna in quanto tale.
🍸 Coraggio liquido
Io penso solo all’oceano. Adamus è un gin artigianale proveniente dal Portogallo. “Per creare questo gin, abbiamo cercato i migliori e più speciali botanici biologici in Portogallo” dicono i suoi “inventori”. Questo è l'unico gin al mondo in cui uno degli ingredienti botanici è l'uva Baga, tipica della Bairrada, una piccola regione del Paese, che gli conferisce un sapore delicato. Le sentite le onde?
❤️ L’amore è una playlist
Basta poco pochissimo
💫 Autodiagnosi e cura
Autodiagnosi: assertività e pragmatismo.
Cura: dolcezza e vulnerabilità. Un pomeriggio intero a farsi accarezzare i capelli.
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