Usa il tuo potere
A scuola. In università. In ufficio. A lavoro. A casa. In famiglia. Smetti di chiedere e usa il tuo potere.
A scuola. In università. In ufficio. A lavoro. A casa. In famiglia. Usa il tuo potere.
Ora più che mai ne abbiamo bisogno. Quando i venti che tirano ci fanno tremare, allora bisogna cambiare la direzione ricordandoci che siamo mulini: il potere di far girare il mondo a modo nostro è un altro genere di potere.
Se stai leggendo questo numero al suo arrivo, allora oggi è 8 marzo: Giornata internazionale delle donna.
I dati su quello che c’è da fare li sappiamo a memoria: siamo sottopagate, sottodimensionate, sovraccaricate, stanchissime. Ma siamo soprattutto capaci, compenti, talentuose, brillanti, in grado di creare tutto dal niente.
Ci laureiamo di più e meglio.
Fatturiamo più di quanto sia investito su di noi.
Lavoriamo come se avessimo delle “mogli” a casa e magari lo siamo pure.
Studiamo e creiamo reti.
Siamo bravissime ad ampliare gli spazi.
A immaginare il nuovo dove c’era il vecchio.
A valorizzare quello che c’è già e cucire vestiti nuovi.
Siamo capaci di amore, di non perdere la tenerezza nonostante i nonostante.
Siamo capaci di combattere come gli uomini non hanno avuto mai bisogno di fare.
Siamo potenti nonostante il potere non ci contempli.
Siamo, singolari e plurali. Oltre le definizioni che ci vogliono altro. Sempre bambine prima che altro. Sempre gestibili prima che autorevoli. Sempre docili prima che assertive.
Le donne hanno il potere anche quando non hanno gli spazi che meritano: questo non significa rinunciare ad esercitarlo per renderlo orizzontale, totalizzante.
Nonostante il contesto geopolitico remi contro i diritti delle donne - Trump li attacca frontalmente, come fa pure il presidente argentino Milei - il mondo non è più lo stesso: “Il potere delle donne” è lo speciale del Sole 24 Ore, anche dossier online, che oggi trovate in edicola per mappare il potere delle donne nei diversi ambiti della società. Dalle università alla sanità, dalle imprese allo sport e alla cultura. Scardinare la narrazione guardando a quello che c’è, oltre quello che manca.
Scrivere questa narrazione, vederla e sentirla nascere: già questo è stato potere. Se è scrivere quello che sai e puoi fare, lo fai. Moltiplicandone il valore insieme.
E, il potere di ognuna, crea potere per le altre.
Da qui - dai mondi che presidiamo - il cambiamento deve arrivare e continuare a esistere, per resistere. Come riporta la giornalista Monica D’Ascenzo qui e nella newsletter di Alley Oop, in occasione della Giornata internazionale della donna, la Commissione europea “adotterà un’importante iniziativa politica, la Roadmap per i diritti delle donne” che definirà “una visione a lungo termine con principi chiave e obiettivi politici” riaffermando “l’impegno politico dell’Ue a promuovere l’uguaglianza di genere e il progresso dei diritti delle donne”.
La parità di genere è un valore fondante della nuova Europa che si andrà a definire nei prossimi anni. Nonostante gli attacchi, non si ripartirà da zero: la strada fatta non si annulla e ci ha portate a guadagnare posizioni di rilievo dalla politica alle istituzioni, dalle aziende, alla cultura, dallo sport alle università.
Da fare c’è ancora tanto, tantissimo: i dati del rapporto “Sesso è potere”, realizzato dalle associazioni onData e info.nodes, lo raccontano bene. E, come scrive
, co-autrice del report, “osservare le disparità di potere nella nostra società è una precisa volontà di “contare”: per questo vi chiediamo di osservare ancora altri settori e altri ambiti e collaborare all’integrazione dei dati”.Serve imparare a contare per usare il proprio potere. E, soprattutto, serve esserne consapevoli. Prenditi cura di te, sciopera dalla cura se puoi.
Ci vediamo nelle piazze, buon 8 marzo 💜
📰 Rassegnami
Il potere delle donne
Dalle università alla sanità, dalle imprese allo sport la mappa delle posizioni occupate dalle donne in Italia.Il femminicidio come illecito penale ad hoc, fattispecie autonoma rispetto all’omicidio. Con priorità di valutazione: se una donna viene uccisa, deve essere il primo reato a venire ipotizzato. Il salto di qualità rispetto all’attuale Codice penale è evidente: oggi sono previste aggravanti se esiste un rapporto di matrimonio o di parentela tra autore e vittima, ma non un reato apposito, come l’infanticidio. La tipizzazione del femminicidio - introdotto nel Codice con l’articolo 577-bis «(Femminicidio)», dunque, punta a proteggere la donna indipendentemente dall’esistenza di vincoli familiari, all’interno di ogni rapporto affettivo, anche non formalizzato, distinguendo così gli omicidi che maturano nell’ambito delle relazioni diseguali di potere tra uomini e donne.
Usaid, la Corte Suprema blocca il congelamento dei fondi voluto da Trump
Con un voto di 5-4, la Corte ha respinto un ricorso d’urgenza dell’amministrazione repubblicana contro la decisione di un giudice che aveva bloccato la decisione di fermare i fondi del programma Usaid. Al contempo la Corte ha ordinato al giudice distrettuale degli Stati Uniti Amir Ali di chiarire la sua precedente decisione, che imponeva il rapido rilascio di quasi 2 miliardi di dollari per lavori già eseguiti.
Cosa è cambiato dopo la pandemia e con il Pnrr per le donne che lavorano, fra luci, ombre e stereotipi ancora difficili da scardinare. Il quadro a partire dagli ultimi dati sull'occupazione in Italia.
Il sesso in adolescenza non può essere tabù: il nuovo rapporto Save the Children spiega perché
Più di un adolescente su quattro, tra i 14 e i 18 anni, pensa sia frequente subire o assistere a discriminazioni legate all’orientamento o all’identità sessuale e quasi uno su quattro ritiene la pornografia una rappresentazione realistica dell'atto sessuale. I dati emergono dal nuovo rapporto “L’educazione affettiva e sessuale in adolescenza: a che punto siamo?”, realizzato da Save the Children, in collaborazione con Ipsos. La fotografia che l’indagine scatta dimostra quanto la strada verso una concreta educazione alla sessuo-affettività sia ancora lunga e necessaria da percorrere.
🎯 Nominare è fare esistere
Solo il 16% delle biografie presenti su Wikipedia riguarda le donne: una percentuale impari e incrementata dal lavoro di Wikidonne. In questo spazio ridiamo spazio: una bio per ogni numero. Storie per riscrivere la storia.
Teresa Mattei, Rita Montagnana e Teresa Noce
Le “madri” della mimosa come simbolo di lotta



Da dx a sx: Rita Montagnana, Teresa Noce, Teresa Mattei
È l'8 marzo 1946 quando appare per la prima volta la mimosa. La mimosa è un simbolo potente che rende democratica la lotta: non c’era nessun albero di mimosa accanto alla fabbrica tessile che comunemente si pensa abbia dato vita alla Giornata Internazionale della Donna.
Le femministe italiane che organizzarono la prima manifestazione dell’otto marzo adottarono la mimosa perché è un fiore che fiorisce in abbondanza in questa stagione ma soprattutto, perché è disponibile senza pagare, quindi senza discriminazioni. Acquistarlo, regalarlo come dono o addirittura pretenderlo significa svuotarne il significato.
Furono Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei (la più giovane eletta nell'Assemblea Costituente) a proporre la mimosa: tre donne comuniste che avevano partecipato alla Resistenza. Per far passare la proposta Teresa Mattei arrivò a inventare che secondo una leggenda cinese la mimosa era il simbolo della femminilità.
Una storia che funzionò perfettamente e che fece preferire la mimosa alla costosa orchidea o alla violetta, simbolo della sinistra europea. Se Mattei, Montagnana e Noce si erano battute tanto perché venisse adottata la mimosa, era perché si trattava di un fiore povero, che tutt* avrebbero potuto recuperare in campagna e donare: averla addosso significava combattere.
Le donne se la scambiavano per celebrare le conquiste, ma anche per stringere un'alleanza di intenzioni. Un fiore per dire “sono qui e non arretro”. Non è una festa, ma un momento di manifestazione
Mattei - morta nel 2013 a 92 anni - molto tempo dopo quella decisione, durante un’intervista, disse che “la mimosa era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette. Mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente”. E aggiunse: “Quando l’8marzo vedo le ragazze con un mazzolino di mimosa penso che tutto il nostro impegno non è stato vano”.
🌱 La parola
“Non è una festa”
L’otto marzo si accorda bene con il verbo “lotto”, capace di restituire il vero senso di questa giornata. Non una festa, ma l’occasione per incontrarsi e manifestare insieme: la prima manifestazione italiana dell’8 marzo avviene nel 1972 e venne organizzata in un clima di grande trasformazione nei gruppi femministi italiani. La più significativa fu la fondazione nel 1971 di Lotta femminista, più celebre con il nome di Movimento femminista romano, che contribuì significativamente alla discussione sui temi dell’aborto, della contraccezione e della liberazione. Per iniziativa loro, del Movimento di liberazione della donna, di Rivolta femminile e Udi, più di 20mila donne si radunarono a Campo de’ Fiori a Roma
La piazza venne circondata dagli agenti di polizia, molti uomini si avvicinarono alle contestatrici urlando: “A casa! Le donne devono stare a casa!”, “Dai bambine, ora tornate sul marciapiede”
Le donne esponevano cartelli provocatori per l’epoca. Mariasilvia Spolato, considerata la prima attivista ad aver fatto coming out pubblicamente e fondatrice del Fronte di liberazione omosessuale, venne fotografata da Panorama con in mano un cartello con la scritta “Liberazione omosessuale”, fatto che le costò il licenziamento dal posto di lavoro come insegnante e l’allontanamento dalla sua famiglia.
Le attiviste vennero caricate dalla polizia mentre rispondevano verbalmente alle provocazioni dei contestatori.
La manifestazione fu contestata anche dagli uomini di sinistra, che si trovarono per la prima volta attaccati dalle loro stesse mogli, fidanzate, sorelle o madri. “Nella famiglia, l’uomo è il borghese e la donna il proletario!”, recitava un famoso slogan:
Presto, i movimenti femministi si staccheranno dai gruppi comunisti e autonomi, accusandoli di non dare importanza alle loro lotte. Dopo l’8 marzo 1972, il femminismo italiano non fu più lo stesso
🍸 Coraggio liquido
Una combinazione di vino di malto e ginepro alpino, con alcune botaniche selezionate a mano in Indonesia: Bobbys Jenever nasce da una miscela di ingredienti esotici ed europei, ciascuno distillato separatamente. Mantenere le distanze per mescolarsi meglio.
❤️ L’amore è una playlist
LEI:
💫 Autodiagnosi e cura
Autodiagnosi: piantare, raccogliere, sorprendersi, raccogliere, farlo meglio.
Cura: l’amore ha le sue strade.
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